Lettori fissi

sabato 28 febbraio 2009

(E) Volver (E)

La storia non è semplice da raccontare, molti affermano che è ciclica rifacendosi al buon Vico, altri dicono che è una proiezione futura di eventi passati, altri ancora vanno raccontando che la storia non può ripetersi e nessun fatto è riconducibile a quelli passati. Ora non so cose la pensiate voi, ma la cosa certa è che le guerre si ripetono e i morti ci sono, che le epidemie cambiano nome e il loro manifestarsi ma nascono sempre dal nulla e che i governi per quanto possano pubblicizzarsi innovativi restano sempre legati al passato.
Tutto ciò per affermare un’importante teoria, quella sull’evoluzione della specie. Darwin e Lamark. Poi il frate che scoprì l’ereditarietà dei caratteri (Medel mi pare) e via via tutti quelli che si sono basati su queste teorie giuste o sbagliate che fossero.
Se pensiamo alla scoperta dell’ereditarietà dei caratteri ci viene da ridere oggi, un frate che con i suoi fiori e degli incroci determina i caratteri ereditari delle specie… e nessuno mi ha ancora spiegato invece perché il mio sangue ha un gruppo ed un fattore RH che prendo dai miei genitori, cioè se prendi da mammà il gruppo, papà di da’ il fattore Rh, viceversa se mammà ti da l’ RH papà ti da’ il gruppo, nessuno ti da’ sia gruppo che RH… qualcuno sa il perché? Ma a parte ciò pensare al frate che incrocia i fiori e tira fuori una teoria ti fa capire che un tempo la gente voleva rendersi utile, tempo fa l’ultimo frate di cui ho sentito parlare andava a battone… forse una nuova teoria per vedere se faceva figli con caratteri ereditari speciali? Non so magari venivano fuori già col saio o la chierica.
L’evoluzione della specie invece è più complessa, pensiamo a Lamark. Affermava “Una specie si evolve in base all’utilizzo dei suoi organi” e fece l’esempio della talpa. La talpa è cieca perché sotto terra è buio e gli occhi non gli servono per vedere, per cui la talpa è così. L’esempio della giraffa invece era un taglio: “La giraffa nasce col collo corto poi nelle generazioni a forza di allungare il collo per arrivare alle foglie in alto degli alberi, nascono via via esemplari col collo sempre più lungo”. Ora potete immaginare da soli che cosa sarebbe successo se questa teoria fosse stata riconosciuta scientificamente. Bambini che iniziano a girane con pesi da 20 kg sul pisello perché così la loro discendenza sarebbe diventata “Dei Treppiedi”, o donne che prese dall’enfasi delle tette grosse speravano che toccandosi le tette e plasmandole acome palloncini avrebbero avuto una discendenza di “Boccione”. Gente invece terrorizzata perché magari soffriva di aerofagia e si conteneva fino allo spasmo dallo scorreggiare perchè temeva che i propri figli sarebbero nati con un buco del culo spropositato. E che dire di quei poveri uomini che nascono con 3 testicoli?
Vivere nel terrore di avere un discendente che potesse assomigliare ad un flipper o un biliardo?


No. Questa teoria era scientificamente infondata. Pensò a tutto Ciarli Darvi, per gli amici Darwin che con il suo Beagle fece un giro alle Galapagos, chiamalo cojone, studiò gli animali incontaminati, iguane, gabbiani e altre specie non intaccate dall’uomo.


Arrivò alla sua conclusione “Una specie è così perché per caso ne nasce una, se questa avrà possibilità di vita maggiori prospererà nel futuro altrimenti non avrà una sua discendenza”. Cazzuto vè? L’esempio fu quello della giraffa (sempre lei direte voi), ipotizzò tutte giraffe a collo corto, poi per caso ne nasce una a collo lungo che mangerà più delle altre perché può arrivare a cibarsi di foglie più in cima agli alberi, per cui prospererà nel futuro. La comunità scientifica andò in visibilio, scatenò un entusiasmo senza pari, partirono trenini ed ovazioni perché…perché Darwin aveva detto tutto… e non aveva detto un cazzo. Vai a dire che sta cosa è una cazzata? Non si può. Vai a dire che si è inventato tutto? Non si può. La teoria sull’evoluzione della specie nacque dalla filosofia in quel tempo. Così nessuno girà con pesi al pisello o con un’aerofagia che ti fa morire per infarto, ma tutto ciò ha anche i suoi lati negativi, gente che copula dalla mattina alla sera sfornando figli ogni nove mesi, per che cosa chiedete voi? Per la speranza che nasca il Super Uomo, magari un uomo con 7 mani o
4 gambe o 3 piselli o 5 tette… tutto ciò ha portato solo al sovraffollamento della Terra e quel che è peggio, negli innumerevoli tentativi di sfornare il super uomo è nato Sberlusconi.


Grazie Darwin, tutto ciò è solamente colpa tua.



venerdì 27 febbraio 2009

I drughi


Bentrovati a tutti dopo un po' di pausa preso dal sottoscritto. Un po’ per malattia, un po’ perché scrivere da casa non è come scrivere dal lavoro, dal quale tendi ad estraniarti, ed un po’ perché avevo indetto uno sciopero e dovevo farlo, altrimenti sarei stato un 3monti qualunque che parla parla parla…


Quel che può succedere in qualche giorno è lo stesso che può succedere in un solo giorno, in un istante. Ogni momento è buono per cambiarti la vita in meglio o in peggio. Fra tutti spicca la figura di un tipetto imbottito zozzo di soldi e pieno di tempo libero da non sapere come spenderlo, and the winner is… La-po!


Esattamente gente. Vedete bene il pensare comune dell’uomo (inteso come razza) medio. Chi di voi che prende il suo stanco stipendio mensile non ha mai pensato:



· Se facessi 6 al superenalotto…


· Se grattassi via 500mila euro…


· Se fossi un manager ricco e di successo…


· Se fossi di famiglia buona e non dovessi fare una mazza…


Credo che, oltre ogni raionevole dubbio, una ottima parte voi lo abbia pensato alcune volte. E chi non ha mai pensato all’ultima opzione? Già perché le prime 2 vinci soldi di punto in bianco, te la passeresti bene, ma sempre un mr X potresti restare. La 3° diventa impegnativa, per avere successso devi rinnciare a qualcosa, il tempo libero, la famiglia, l’amore o altro… L’ultima invece sta bene così. Saresti di famiglia agiata, anzi no ricca, avresti il papi che ti da’ tutto, avresti un sacco di soldi e tempo libero, inizieresti a lavorare verso i 40 anni nella società de papi senza fare una mazza, tanto c’è il consiglio di amministrazione che fa tutto per te, te al limite leggi 2 carte, 4 relazioni trimestrali all’anno (se non c’è chi te le legge a voce alta mentre ti fai i massaggi) e continui a fare i tuoi porci comodi. Ora il problema è uno solo. Che fare nel tempo libero? Alcune filosofie di pensiero suggeriscono il training autogeno, altre di farsi un hobby, altre ancora di fare sport fighetti, tipo il polo, il badminton o il golf. Una scuola nordica, ma di origine mediorientale ti sbatte in faccia una realtà particolare invece. Avere tutto questo in pochi attimi, ma pagarlo per intero. Tale filosofia si chiama Drughesimo.


I principi fondamentali del drughesimo sono pochi e di semplice attuazione. I luoghi di culto poi si svolgono nel focolare domestico, stile riti pagani, basta solo avere a dispozione il materiale per arredare la zona di culto.


Cerchiamo di entrare nello specifico. Chi bisogna venerare nel drughesimo? Come si svolgono i riti di culto? Le funzini sono articolate o semplici? Insomma di cosa si tratta? Andiamo per ordine e diciamo tutto. Il drughesimo è una religione Politeista. Si articola in 8 divinità suddivise in 4 caste.


La prima casta è la più importante e governa il Tutto.


La seconda governa lo spirito dell’uomo per elevarlo allo stato di benessere.


Nella terza casta abbiamo chi governa gli umori dell’uomo e che determinano la presa a bene o a male degli eventi.


Nella quarta casta abbiamo un unico dio che governa il male e tutto ciò che ne consegue.


Conosciamo meglio queste divinità. Prima casta, 3 divinità:


1. Il cielo è pieno di lei, si chiama cocco, impartisce gli stati di umori eccitanti e ti manda su di giri in poco tempo, raggiungerla è difficile per il costo che ne comporta all’adepto.


2. Hero. Simile alla cocco ma meno potente in governabilità, la sua assuefazione può causare stati di trans che vengno poi governati nella 4° casta.


3. Crack Parmalat. Genera lo stato mentale che avvina al dio della quarta casta, ma solo per alcuni istanti, potente ma di non duraturo effetto, specialmente se nelle funzioni non si agisce secondo la regola.


Sconda casta, 2 divinità:


1. Maria. Di natura floristica viene coltivata dall’uomo per coltiare il suo spirito. L’effetto e abbastanza rapido e veloce, porta a mangiare e ridere, lo spirito ne gode.


2. Cioccolato. Simile a Maria ma con effetti più scarsi e meno duraturi, lo spirito se la godrà comunque.


Terza Casta, 2 divinità:


1. Fungo, di grande e lodevole effetto, ma lo spirito rischia di risentirne, non usufruibile in celebrazioni di massa e in determinate circostanze fisiche, la presa a male è dietro l’angolo.


2. 1/2 Done. Da' un momentaneo e lieve piacere, allontana la voglia di terreno per pochi attimi, ma non se ne può fare un uso continuo, è una presa a male quasi sempre.


Quarta casta, il regno del rischio:


1. Tagliata. Prenderla è un rischio,non sai mai come è fatta e dove ti porta, si narra che sia una divinità decaduta che cerca adepti di basso livello per costituire il regno oscuro, meglio starne alla larga.


Questa la composizione della rosa drughistica. Tutte queste divinità contano adepti fedeli, e tutto il drughesimo conta una buona percentuale di assuefatti. Il modo per entrarci è semplice e da alcuni studi fatti basta partecipare ad una funzione domestica che si svolge in un gran numero di case dei figli di papà. Un nostro infiltrato ci ha raccontato che per svolgere una cerimonia servono alcuni oggetti o reliquie sconsacrate. Nell’ordine vengono suddivise per le tre caste di divinità.


Per la prima casta occorre munirsi di:


Carta di credito gold con addebito mensile illimitato, perché fa figo, n realtà c’è anche chi usa la tessera bolckbuster, ma il dio in questione preferisce adepti di alto rango. Banconota arrotolata da 500 euro. In realtà chi usa il blockbuster arrotola le vecchie 1000 mile con marco polo disegnato sopra, vuoi metere a smociolare in 1000 lire o in 500 euro? Ma anche qui il dio secondo voi da chi va? Cucchiaino di acciaio inox in 900/1000, non usate cucchiaini da 750/1000. Il materiale ha lo stesso costo per l’adepto ma un valore diverso per il dio. Siringa personale con ago in acciaio paraffinato con paraffina liquida in flacone ed impugnatura a farfalla, nonche astuccio in pelle di coccodrillo con lampo a zip secca… ZZZZIPPP!!!! Se non avete questo gadget fighetto e usate le pic indolor rischiate seriamente la scomunica dal drughesimo. Accendino zippo, Il bic non va bene, ma non per il dio, per i drughi, perché con lo zippo è come avere un fornelletto da campeggio, con il bic è come avere un’ustione di 5 grado permanente sul pollice della mano. Pipa in legno o narghile in vetro alto 1 metro almeno, qui non si scappa non c’è materiale di seconda scelta, potreste decidere di comprarlo usato o di una marca piuttosto che un’altra, ma il dio su questo non vi calcola proprio, viene comunqe a trovarvi.



Per la seconda casta occorrono:


Cose semplici, facili da trovare e di portata economica per tutti. Cartine, filtro in cartoncino, rimediabile da qualsiasi parte e una sigaretta o una mezza sigaretta. Le divinità verranno sempre e comunque in questo caso, unica particolarità ed avvertenza, per la quele le divinità potrebbero pisciravi è la marca delle sigarette, se usate emmeS verrà direttamente il dio della 4° casta anziché della 2°.


Per la terza casta occorrono:


I soldi per il fungo da acquistare e un ricovero in un ospedale o una ricetta medica del medico della comunità per il secondo dio della 3° casta. Le divinità verranno sempre e comunque, ma il vostro stato d’animo determinerà la loro venuta amichevole o angosciante.


Per la Quarta casta occorrono:


A scelta alcune delle reliquie delle 3 caste precedenti, ma la tensione del caso sarà altissima e il rischio elevato, sconsigliato rivolgersi a questo dio in momenti di instabilità mentale ed emotiva.


Questo trovate nelle cerimonie casalinghe fra adepti drugantibus. A voi la scelta se entrare a farne parte o meno. Il mio consiglio è no, nel senso meglio che non lo facciate. Anche perché come in tutte le religioni che si ripsettano c’è anche qui l’anti divinità per eccellenza ed è un dio Acido e potente, che brucia la mente e il cervello e rende instabili e scollegati nei discorsi, se ci si rimane sotto...



giovedì 26 febbraio 2009

Arbitro o Albero?

Alucni spunti detti e ricorretti dal vostro fym in alcune delle partite di campionato di calcio a 5, partite nelle quali egli allena e deve proteggere i suoi/le sue giocatrici dagli arbitri, magari reinventando quello che viene detto alle giacchette nere e salvando tutti da un imminente cartellino rosso.


A = Arbitro; G = Giocatore; F = fym


G: Arbitro lei sta facendo un casino, è in malafede.


A: io a lei la butto fuori se continua ad offendermi


F: Scusi arbitro ma non la capisco, il mio giocatore stava parlando con me di quanto è incasinato il traffico per arrivare fino a malafede.


-----------------


G: arbitro mi hanno fatto un fallo così!!! (e mentre lo mimava entrava con la stessa foga sull'arbitro per far vivere anche a lui il contatto fisico)


A: Lei è pazza?


F: Si signor arbitro è pazza, assecondiamola, lei non sa quanti problemi ha a casa.


-----------------


G: Arbitro @#][@#°çé*


A: (stava tirando fuori il cartellino rosso)


F: (finge un attacco d'asma ed attira l'attenzione dell'arbitro, intanto la giocatrice in questione fa un cambio ed esce)


-----------------


F: Arbitro non capisci un hazzo.


A: Lei si può accomodare fuori, grazie.


F: arbitro ho detto hazzo, miha sono toshano


A: (ride, capisce, mi butta fuori dopo 5 minuti di risate)


-----------------


G: signor arbitro mi scusi ma lei lo conosce il calcio a 5 o viene dal Burundi dove ha arbitrato solo tornei di machete?


A: (interrompe il gioco, si avvicina con la mano al taschino)


F: Arbitro mi scusi ma lei lavora per caso all'Acea?


A: Si, perchè?


F: mi ricordavo di averla vista da qualche parte, come va?


A: bene grazie, ma stiamo giocando ora, riprendiamo prego (e si continua come se nulla fosse)


Marco X


martedì 24 febbraio 2009

Postumi di una sbornianremo

Quel che più mi consola è che finalmente Sanremo è stato qualcosa di innovativo, in tutti i sensi. Qualcosa di nuovo e mai visto prima, qualcosa che ci ha dato tanto, ma tanto materiale per fare zapping prima di perdere completamente i sensi davanti al suo spettacolo.


Si vocifera che Buonolis abbia dato tanto e creato tanto, ma cosa? Ok, vi do una mano a scoprirlo:



  • Il valletto, figura del tutto innovativa e sperimentale che solo il festival poteva portare in auge. Peccato che la Ventura lo abbia già fatto anni fa con il suo programma in seconda serata.

  • Il bacio fra buonolis e laurenzio, mai visto prima un bacetto fra due uomini, forse i vari www.pornogay.com hanno dato qualcosa all'ispirazione del gesto o forse è stato solo il bacio fra i leader di oasis e u2 a ispirare la cosa? Non è dato saperlo, ma era comunque un qualcosa di geniale.

  • Le conigliette di palyboy... come se in tv non ci fossero già parecchie scoscio-tettate in esposizione.

  • I cantanti, come ad esempio: Povia, Paper, Zanicchi etc... insomma un bel mix di nuovi suoni.

  • Sarà stata forse la canzone vincitrice la vera novità? Ora non so voi, ma l'attacco non vi ricorda vagamente "Più bella cosa" di Ramazzotti?


Insomma il nuovo che avanza... lo mettiamo in dispensa se proprio vogliamo essere originali anche noi ed utilizzare una battuta dei primi anni 90... (1890). Forse però ora che tutto passerà sul Digitale Terrestre la Rai qualcosa di nuovo la farà, creare una smart-card e criptare il suo segnale, di modo che il canone lo paghi solo chi veramente desidera vederla a mamma rai piuttosto che obbligarci tutti a finanziare i clichè di certi eventi.


Marco X


The day after yesterday

Frustate gente, frustate. Le condizioni sono queste prendere o lasciare. Non esiste una soluzione normale od obbligata, tutto è in fase di approvazione tutto si sceglie ed alla fine… tutto va finire come era cominciato.
Capite il nesso? Mi spiego meglio.
Allora prendiamo in considerazione il punto A. Il punto decide di andare a trovare il punto B, ma la strada che deve percorrere A per andare da B non è unica ne tanto meno rettilinea. Quindi A si troverà a scegliere delle strade come se fosse al centro di un asterisco. Insomma un bordello di vie e direzioni, ed il problema è che tutte le strade portano a B. Capito ora? Mmm vediamo di essere più espliciti.
Se una persona deve uscire di casa per comprare il pane può decidere di andare in auto, col motorino o con la macchina, ma la strada da fare è sempre quella, quindi più opzioni per un unico scopo, bisogna solo scegliere esattamente quella che conviene di più in base alle proprie esigenze, non so risparmio, prendo autobus, fretta prendo motorino, calma e comfort prendo auto, spero di essermi chiarito abbastanza.
Voi ora avrete sicuramente capito gli esempi, ma ancora vi starete domandando “Si ok ma a che si riferiscono?
Che cosa vuole dire?”, domande lecite, ma non tutto ciò che è lecito è legale e, soprattutto, non tutto quello che è lecito deve essere chiarito, potrei farvi morire con questo dubbio, con questa comunità, un po’ come avviene nel mondo del lavoro, in una manifestazione sportiva o più semplicemente politica, quante volte siete andati alle manifestazioni solo per fare sega a scuola? Quante volte avete partecipato ad una manifestazione senza neanche sapere per cosa era? Tutto questo succede spesso nel mondo attual e spesso accade che si perdano dei punti di riferimento. Le basi, quelle si che sono importanti, avere tutto chiaro e decidere cosa fare e che strada prendere al momento giusto e col mezzo giusto.
In pratica il mamozio serve per darvi uno sprone, per farvi capire che dovete mettercela tutta, niente è come sembra ed ora vi spiego a cosa mi riferisco. Prendiamo in considerazione tutto quello appena detto, che cos’è? Niente, semplice aria fritta, o fumo o meglio ancora cazzate volanti non identificate, ma tutte insieme si riferiscono ad un discorso ad un fatto in particolare. Il fatto è questo: Estate, che bella che è l’estate c’è sempre il sole, si gira in maglietta o camiciola, si va al mare o montagna, mangiar gelati o parmigiana, insomma
l’estate è la pace dei sensi, ritmi altamente rallentati e decisioni rimandate all’estremo nord dell’orologio. Dicevamo dell’estate di questa stagione splendida, certo anche l’inverno non scherza mica, si scia se si può, col freddo dentro casa coi termosifoni a cannone, magari le caldarroste appena caldarrostite e una bella boccia di vino rosso pastoso, se te vonnò vedè vengono a casa. Trought the barricades abbiamo l’inverno, stagione ameba e insipida, fa solo notte prima, insomma una bella inkulata, la primavera almeno ti fa rinascere piano piano, il risveglio dei sensi, dei sapori e tutte le cazzo di allergie che esistono sulla faccia della galassia. Insomma alla fin fine gli estremi sono il meglio, caldo o freddo, ed allora cosa scegliere???
Ecco il quid di tutto, questo è l’hic hec hoc, la perifrastica attiva della mia mente…. si in effetti la mia mente si può riassumere in una perifrastica attiva… o passiva… mi sa più passiva.
La verità ragazzi è che lo smalto non è più quello di un tempo, ora si toglie anche senza acetone, è un’amarezza totale che neanche con zucchero a bestia si riaddolcifica. Si tutti i prodotti sono cambiati, smalti, carta igienica… già pure quella oramai a 15 veli o stile ovatta, che poi dico io, il mestiere della carta igienica è un lavoraccio, pensatelo.
Bagno, sanitari, mobilia e porta carta igienica. A prima vista il rotolo entrando in questo ambiente è anche contento, lo hanno scelto coi sui fratelli al supermercato, si sentono una famiglia di prediletti. Ora tocca lui, dal paccone hanno preso lui, il solito fortunato della famiglia pensano i fratelli, il migliore invece pensa lui.
Preso per un buco e portato in bagno, qui inizia ad avere alcuni sospetti, non capisce perché un prediletto debba avere un dito infilato al culo, ma poi entra e vede un ambiente sano e pulito, si tira su e gioisce, anche se ha sempre un dito al culo. Gli tolgono il dito e respira di contentezza, vede la sua casa, ma è occupata da un tipo smilzo e nero… vabbe lo butteranno pensa lui, invece lo prendono e glielo infilano tutto su per il culo fino a passarlo da parte a parte, agonizzante di dolore quasi sviene quando lo accomodano nella sua location, scorrevole, confortevole e con finestra il allumino. Sviene… si riprende sempre trapanato, il dolo diventa sopportabile e gode cmq per la sua casetta, prova gli optional e si accorge che girare su stesso è una figata, gioca si diverte fino a quando non aprono le imposte in alluminio, gli strappano alcune parti del corpo che finire in agglomerato di cacca, insomma se rinasco sicuramente non rinasco rotolo di carta igienica, un lavoraccio e soprattutto è un’inculata a vita. Pensate invece a quello che succede in una casa con bambini piccoli che devono andare a scuola la mattina e i genitori al lavoro, ecco la cronistoria:
7,15 sveglia totale
7,45 tutti fuori.

Marco X


Impara l'arte e mettila da parte

Eccoci qua a raccontare qualche fatto avvenuto per la rubrica free lance, in realtà
non ricordo neanche il nome della rubrica ma comunque non è importante,
il fatto che conta è esserci e far capire che ci sono, forse.
Proprio ieri stavo leggendo un articolo su internet per quanto riguarda il Q.I. il
quoziente intellettivo. Lì mi sono venuti in mente alcuni dubbi, cioè:
· In base a cosa un quesito è più indicato dell’altro per valutarlo?
· I punteggi perché vanno da 0 a 200 più o meno, invece che da 0 a 10?
· Perché 40 secondi a domanda o 30 minuti per le altre?
· Soprattutto se il tempo devo tenermelo io chi controlla che io possa barare?
· Una volta ottenuto il punteggio che cazzo ci faccio? Me lo incornicio e me
lo guardo per gongolarmi fra me e me stesso?
Ma andiamo per gradi. La mia ricerca ha portato a diverse fonti di valutazione,
una serie di quesiti più indicate di altre. Una società che li crea più gettonata e
famosa di un’altra, un tempo di 40 secondi per risposta che è migliore di 30
minuti a risposta. Premesso che dare una risposta in 30 minuti vuol dire affrontare
un quesito più arduo, avere un tempo maggiore infonde calma
nell’affrontare la domanda.
Di contro in 40 secondi anche per rispondere a 2+2 si va nel panico più totale.
Nell’ordine:
· Ansia da prestazione
· Dubbio sulla veridicità della risposta
· Sudorazione aggravata
· Si guarda più il cronometro che il testo (si le prove o si fanno come cristo comanda o
non si fanno)
· Si clicca velocemente sulla risposta sbagliando magari casella per la fretta.
Nel mio studio a riguardo ho preso in esame un candidato, del quale non vi dirò
il vero nome ma un nome inventato, Arco CroceM, al quale ho imposto di fare il test per il Q.I.
La persona in oggetto ha affrontato 64 quiz da 40 secondi l’uno a risposta.
Il suo punteggio finale è stato di 164. La media si aggira intorno ai 100/110.
Ora guardando bene in faccia il tipo che ha sperimentato il test mi sorgono alcuni
dubbi, che possa vere un qi di molto superiore alla media non può farmi
altro che piacere, che tutti quelli che lo facciano abbiano un qi superiore alla
media mi fa nascere altri dubbi sulla veridicità dei test. Ma tutto questo a cosa
serve? Dove voglio arrivare vi starete chiedendo? (se non ve lo state chiedendo
chiedetevelo, se non volete farlo allora continuate a leggere)
L’intelligenza degli italiani è alta e siamo un popolo di inventori, lavoratori e
navigatori, sembra il solito luogo comune ma in realtà è così.
Lavoratori come Mattonino er majolicaro, un uomo che ha dato la sua vita ad
incollare piastrelle e creare mosaici nei muri degli italiani. Ha tagliato tonnellate
di mattonelle per farle entrare negli spazi residui dei pavimenti, ha messo
tutta la sua esperienza nello stuccare le vili e infami spaziature fra le mattonelle
e poi ora lo stiamo tutti dimenticando, e perché? Perché adesso quando attacca le
mattonelle al muro e deve arrivare fino all’altezza di 2 metri ti accorgi
che da un lato sono a 2 metri e dall’altro a 2 metri e 40 e fra i due lati c’è una
pusillanime linea obliqua che delimita il top anziché essere dritta.
Stanno infangando il lavoro di questa persona, non dobbiamo permette glielo.
Inventori come Castrociccio er manovale. Schivo, chiuso e che parla per enigmi.
Un lavoratore che fa del tempo un nemico agguerrito contro il quale combattere
e cerca di risolvere gli imprevisti lavorativi con il suo ingegno e la sua
sagacia. Un tipo di pensatore che trovandosi davanti un muretto non a piombo
suggerisce di marmorizzarlo e senza aspettare il consenso di nessuno pija e lo
fa, trasformando quella costruzione traballante e promiscua in un elegante lapide
da cimitero. E vogliamo metterlo alla berlina? No, non sia mai.
Lavoratori come Ivanosky er falegname, che sbraga preti per montare le mostre
delle porte, u uomo che non si ferma dinanzi a nulla. Se lui dice è più bello
che la mostra arrivi a terra e non venga tagliata, piuttosto abbatte il muro ma
la mostra resta lì. Un uomo infaticabile che la gente spesso deride, ma non si
devono fare certe cose.NO!
Navigatori di negozi che in circostanze del tutto oscure si
ritrova in un posto ove vendono cessi e bidet, conosciuti anche come sanitari,
ed espongono mattonelle e parquet. Un luogo che comunemente tutti chiamerebbero
“smorzo” a Roma, ma la presenza di un elimina code, di due segretarie,
l’impossibilità di girare da soli e l’attesa per un geometra che dia consiglio
lo fa chiamare “casa della ceramica”. Ebbene dopo appena 30 minuti di conversazione
tenuta dal geometra in stile io parlo e te subisci passivamente, il vostro amato navigatore aveva perso la bussola e si era ritrovato sconnesso a guardare fisso il geometra con gli occhi ma con la mente altrove, che cercava su una qualche cartina cerebrale la rotta per uscirne, così fu. L’illuminazione lo accese e interrompendo bruscamente il geometra della “Casa della Magliolica” con il solo alzare il busto dallo schienale della sedia chiese con aria interrogativa: “Scusi ma qui vendete anche divani?”. Il geometra dopo uno spasmo e un silenzio di alcuni e gelidi secondi, con la stessa donna del navigatore visibilmente in panne per l’accaduto, rispose “No”. Ed il navigatore alzandosi stizzito dalla sedia disse “Beh allora arrivederci” e se andò via verso strani e nuovi mondi.
E noi vogliamo non riconoscere a costui il suo merito di uscire da ogni situazione?
No che non possiamo.
Navigatori come JD1 (gede one) per gli amici, che nel suo lungo girovagare
persa la retta via si ritrovò per una selva oscura. Un personaggio che non si
perse d’animo ed andò avanti fino a quando qualcuno gli chiese ma lei il parquet
lo vuole lungo 30 o 70 cm? Ed egli rispose senza perdere tempo “Marrone”.
Oppure Ciaramitaro Mantanagaso che in uno dei periodi più bui percorse 50 km
di autostrada per andare prendere un particolare arnese da lavoro, e ritornato
dal viaggio si accorse di aver preso tutto tranne il suo arnese da lavoro.
Gianjuice de Orange, il miglior personaggio che la storia ricordi, illustre, intellettuale,
intelligente, pratico, veloce, affidabile e non ultimo forte come l’aceto.
Uomo dalle mille risorse, gentiluomo dalle mille gentilrisorse, personaggio dalle
mille persorisorse che un giorno per verificare la consistenza di una cacca ci
sgommò sopra con la sua bici finendo lungo in un cespuglio di ortiche.
E noi vogliano non rendere merito a tutti questi personaggi? No gente dobbiamo
tenerli nei nostri cuori anche perché forse che forse de tutti quelli citati li
potete trovare in un singolo individuo massimo due.
Nozioni comuni, gesti acrilici e panni imbottiti che fanno pensare sempre al
meglio. Un sinonimo di tutto questo potrebbe essere “Castroneria”, ovvero il
luogo dove una loggia massonica di eunuchi si raduna per cospirare contro il
sistema degli uomini monopalla.
Marco X


I lucchetti? In fronte mettiteli!

Marcio o scamarcio? Bello o brutto? Non ci interessa affatto! L'unica cosa che questo tizio ha messo in risalto sono i lucchetti a Ponte Milvio.
Una zozzeria, uno scempio, un gesto di sociale inciviltà che nasce da piccole coppie di piccoli piski ed a volte anche di attardati tardoni accoppiati.
Un simbolo dell'epoca romana, un ponte pedonale (adesso), un gesto di architettura che dopo millenni è ancora fra noi.
Tutto questo è Ponte Milvio.
Ora però coppie di persone legano il loro amore a questo ponte attraverso il gesto di attaccare un lucchetto ad un lampione del ponte. Lampione già franato a terra per il peso, ma questo non ha fatto desistere gli innamorati. Coppie che passeggiano con il loro bel lucchettino e la loro chiavetta. Lo attacchiamo lì? Si dai lo abbiamo visto nel film di scamy facciamolo anche noi! Ecco cosa succede. Poi perchè? Sono le stesse persone che magari scazzano con il compagno/a e lo mandano a fare in culo, che dicono fra amici io la donna ce l'ho però non deve rompere le palle, oppure il mio uomo mi lascia libera di uscire. Falsità logoranti di discorsi assurdi sono racchiuse in quei lucchetti, non amore o gesti affettuosi come si vuole far credere. Quei lucchetti sono l'esasperazione di un amore che senza gesti non può andare da nessuna parte. Voi che attaccate quei lucchetti dovete saperlo. Siete dei mitomani che sventolate al pubblico il vostro gesto, lo contempalte passandoci davanti e solo perchè avete bisogno di QUALCOSA he vi ricofrdi i vostri sentimenti, perchè non siete in grado di ricordarli con QUALCUNO.
Affetto di un gesto? No inciviltà.
Dichiarazione d'amore? Si ma di pubblico ludibrio.
Gesto solitario? No madaiolo.
Servirà a qualcosa? Assolutamente a nulla.
Sul fenomeno lucchetti abbiamo intervistato il giocatore della Samp Lucchini che si sente preso in giro dall'accadimento trendy ed ha risposto con un secco:
"Non mi legherete mai ad un Lampione".
Altro personaggio intervistato è Alicia Keys che ha detto:
"Io non apro nessun lucchetto!".
Nei pressi di Ponte Milvio è stato intravisto anche superman che tentava di legare una Kriptonite al paletto, ma è rimasto come un idiota quando si è accorto che erano solo lucchetti.
Intanto i riciclatori di ferro aspettano di raggiungere la tonnellata per derubare il tutto facendo così un bel gruzzolo; e in tutto questo?
La moda continua e lo scempio viene anche accolto favorevolmente da alcuni personaggi di spicco.
E' proprio vero che un palo a Lucca serve solo per legare la bici.

Marco X


Ricordo... mi pare... ma non saprei...

Scene di vita vissuta quante volte quanti momenti sembra sempre gli stessi, o addirittura sembrano già visti, come si dice vissuti.
Tempo fa li chiamavano dejavù, altri li chiamano semplicemente proiezioni, proiezioni di che? Di cosa? Che me proietto?
In realtà quando accade pensi "O mamma ma sta cosa... ma è già successa? Oppure sono io che non mi ricordo... forse..." poi stop, ci si ferma di botto e si cade nella più semplice delle spiegazioni DEJAVU'! Ma che significa letteralmente Dejavù? Le origini di questa parola risalgono ai Sanniti, popolazione centrale della nostra penisola italiana. Furono loro a coniare il termine in questione. Tutto successe dopo il ratto delle sabine, i sanniti repressi, con occhi gonfi non di lacrime e le mani screpolate dal lavoro oscuro e metodico del palmo della mano, ripensarono all'accaduto. Focalizzarlo i romani che arrivarono, distrussero le deboli e insensate,secondo loro, fortificazioni del villaggio, entrarono nella città e all'urlo di "Viva la Topa!" rubarono tutte le donne sabine. Da lì anche il nome Ratto delle sabine. Il più celebre dei sanniti, anziano e colto riferendosi alla frase dei romani disse "Amano la topa sono quindi dei topi, anzi no sono dei ratti dei RATTACCI, e non li chiameremo più Romani, ma Ratti delle Sabine!". Purtroppo all'epoca la coltivazione di canapa indiana non era vietata e neanche l'imminente Bozzi-Fini poteva immaginare gli effetti collaterali di quell'affermazione sui libri di storia. Ma torniamo a noi. Quindi i Sabini affranti e insofferenti, ripensando a ciò e all'enorme fatica che facevano, molto convinta ma poco appagante, dissero riferito ai Ratti "MORTACCITU'!". Col passare del tempo la parola ha subito degli effetti vocali e tonalità afone tanto da cambiarla in Dejavù. Ad esempio nel Medioevo mentre molti pensavano a bruciare streghe o donne credute tali, solamente perchè non la davano o in alcuni casi non la davano a buon mercato, altri uomini medievali erano intenti ad accendere i falò sui quali avrebbero arso tali losche figure. Nel giorno del rogo più alto e più grande un piccolo boietto infame stava tentando di appiccare il fuoco al falò, ma proprio in quel mentre si girò a guardare una topa e prese fuoco ad un braccio ed esclamò "Accitu'!!!". Subito la Chiesa che aveva spie e ovunque intercetto la parola, la analizzò si accorse che il significato era meno offensivo perchè privo di morte e la adottò!
Secoli dopo nelle provincie spagnole arabegianti da arabeschi baschi, si diffuse la cultura della lingua araba. Lì senza una storia ben definita nacque la variante della parola "Ajatù!". Ma la storia più incisiva della parola si ebbe in un sobborgo romano durante la presa di Porta Pia da parte dei bersaglieri.
I bersaglieri schierati davanti le mura presi dall'attacco che avevano studiato a tavolino col loro superiore, vivevano e rivivevano le fasi dell'imminente battaglia mossa a mossa nella loro testa. Mentre Le truppe dello Stato Pontificio riparate dietro le mura che cingevano la città vivevano e rivivevano i felici momenti passati sperando di riviverli. Fu allora che un bersagliere spronò l'attacco con l'urlo "OLEEEEEEEEEEEEEE'", una guardia svizzera rispose "JAAAAAAAAAAAA" e un altro bersagliere urlo a squarciagola "VU!". Da lì il vivere e rivivere momenti venne acclamato come Olejavù!
Come siamo passati dall'Olejavù ella parola Dejavù poi è storia dei giorni nostri, basta aprire una qualsiasi rivista o giornale scandalistico per scoprirlo.
Quindi spendete due lire e capite da soli l'idiozia di tali parole o tali momenti agghiaccianti e fanno venire la pelle d'oca a chiunque ma non all'oca.

Marco X